Quando incontriamo una persona, cosa ci fa capire che potremo instaurare un rapporto di amicizia e di fiducia? La conoscenza. Così quando facciamo la spesa, il metodo giusto per capire che un alimento è buono è quella di leggere l’etichetta, così come la carta d’identità per le persone, l’etichetta ci fa capire, non solo gli ingredienti ma anche da dove proviene, com’è stato realizzato, a che famiglia appartiene, se è frutto di un multinazionale o di un piccolo produttore, se ci sono state sperimentazioni o test su animali per realizzarlo e così via.
Spesso come nelle relazioni ci facciamo prendere dal momento, ci attirano le etichette, i colori e la pubblicità, ma dobbiamo cambiare il nostro rapporto con i prodotti, andare a fondo, diventare esigenti, solo così potremo fare a spesa in maniera più consapevole e giusta e tutelare noi e l’ambiente.
Ecco alcune regole, per fare la spesa in maniera più sostenibile:
Se è vicino, è meglio. Il nostro paese è ricco, sì sembra strano crederci in questi giorni di crisi e messaggi allarmistici, ma siamo ricchi di risorse, terra e iniziativa. Prediligi sempre i prodotti italiani, perché contribuisci a far risollevare l’economia, risparmi Co2 dovuta alle esportazioni, ti tuteli con ingredienti e coltivazioni sicure e dagli Ogm.
Il prezzo non è tutto. Le fragole dall’Africa, le ciliegie dalla Spagna, i mirtilli dal Cile, bella la multi etnicità, ma a tavola meglio mangiare prodotti di stagione, più ricchi di vitamine e seguire il giusto corso delle coltivazioni piuttosto di scegliere un prodotto caro, inquinante ed estero. Mangiamone un po’di meno e non cediamo alle primizie. Recuperiamo quei frutti o le verdure autoctone che spesso non mangiamo perché non le conosciamo, vedi il cavolo nero e il pesce azzurro.
Prediligi la qualità alla quantità. Rientrare nel budget mensile è difficile, ma impariamo a mangiare più sano e meno, eliminando il superfluo. Gruppi d’acquisto, mercati della Coldiretti e piccoli produttori locali con prodotti a Km 0 ci aiutano, provare per credere.
Estero sì, ma a una condizione. Se non sai rinunciare alle banane, ami il cioccolato e la sveglia è difficile senza il caffè allora scegli i prodotti del mercato equosolidale. Le banane delle multinazionali, quelle col bollino blu per intenderci, sono giganti, ma sanno di poco, e poi causano la deforestazione. La soia coltivata in paesi del sud del mondo provoca il disboscamento e l’esproprio dei terreni alle popolazioni locali per renderli agricoli. Le coltivazioni intensive impoveriscono l’ecosistema.
Vai oltre lo slogan. Non fermarti alle frasi a effetto sull’etichetta. Se uno shampoo promette un ingrediente portentoso e prezioso, poi lo deve riportare nell'Inci tra le prime posizioni dell’elenco. Spesso c’è una traccia misera di olio essenziale, inutile perché coperto da tante altre “schifezze”.
Compra in base ai tuoi reali bisogni. Ridici la carne, starai meglio e darai un messaggio al settore agro alimentare che è la prima causa di sfruttamento dell’acqua e dei terreni arabili. Evita gli sprechi, più del 50 % di quello che compriamo finisce nella pattumiera, un peccato per le tue tasche, un danno per l’ambiente, un sacrilegio per chi non può permettersi nulla. Ricette di recupero e molta fantasia ti faranno riscoprire la bellezza di cucinare in maniera alternativa e inaspettatamente golosa.
Vai oltre le offerte speciali. Se un prezzo è troppo basso, forse il prodotto è frutto di un appalto sleale. Il terremoto dell’Emilia ha provocato la perdita di gran parte della produzione di formaggio. Acquistarlo a prezzi troppo bassi è sciacallaggio, pensa a chi andrà davvero il guadagno, indaga e chiedi spiegazioni.
Armati di lente d’ingrandimento (solo se sei un po’ ciecato), pazienza e una bella sporta riutilizzabile e buona spesa!
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