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martedì 29 dicembre 2015

Se l’aria diventa irrespirabile


Questi giorni di festa sono segnati da una notizia che tocca un po’ tutte le città italiane: lo smog ha raggiunto livelli troppo alti, i dati parlano di valori mai raggiunti prima, la capolista è Milano.

La soluzione all’aria irrespirabile, a quella nebbia che nebbia non è? Il blocco delle auto per 3 giorni almeno nel capoluogo lombardo, e anche in altre città più colpite. Ma siamo sicuri che fermare le auto per 3 giorni, sotto le feste quando la maggior parte delle persone è in ferie e le altre sono in vacanza, solo dalle 10.00 alle 16.00 sia la soluzione ai nostri problemi?
I campionamenti dell’aria dopo i primi due giorni di blocco parlano chiaro, i valori di polveri sottili nell’aria non sono diminuiti come speravamo. Forse si può fare di più, o forse si è fatto in questi mesi troppo poco per prevenire questo problema.

L’inquinamento c’è ogni giorno, ce ne accorgiamo dai capelli sporchi, la patina sui davanzali e sui monumenti, dalle bronchiti e dalle malattie respiratorie troppo frequenti eppure si deve aspettare l’innalzamento record dei valori per intervenire blandamente.
C’è chi da la colpa ai riscaldamenti domestici, chi alle auto vecchie più inquinanti, chi alle particolari condizioni atmosferiche, fatto sta che l’aria soprattutto a Milano è irrespirabile (sempre).
Nella classifica delle città italiane con miglior qualità della vita Milano si è aggiudicata il secondo posto, merito anche i servizi e la rete di trasporto pubblico, invidiabile rispetto ad altri capoluoghi. Eppure quando si parla di bloccare le auto sorgono problemi per i pendolari, per chi deve andare al lavoro. Abbiamo il primato dello sharing, condividiamo bici, auto elettriche, insomma i mezzi per spostarci senza inquinare troppo ci sono. Forse non c’è la volontà? Serve un piano più articolato, un cambiamento di stile di vita, regole più ferree e iniziative più coinvolgenti.

Citiamo le parole di Federico del Prete pubblicate su www.cyclopride.itGli investimenti contenuti nel Collegato Ambientale alla legge di stabilità 2016 chiariscono come l’uso quotidiano, non solo ricreativo della bicicletta sia un asset finanziario per l’Italia, non solo una questione di immagine, che è pure essenziale. Se continuiamo a pagare le sanzioni europee per aver superato i limiti di inquinanti e PM 10 vuol dire che non stiamo onorando gli sforzi economici – condivisibili o meno che siano – del nostro governo, quindi anche i nostri, quelli che partono dalle nostre tasche”.


Non ci resta che rimboccarci le maniche e impegnarci seriamente, tutti per avere un'aria migliore e una vita più sana. E voi cosa ne pensate?

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